Gentile Presidente del Consiglio Comunale,
Care colleghe e cari colleghi,
Egregio signor sindaco,
cara e cari municipali,
In Occidente, le democrazie sono sotto pressione: le impronte
sovraniste lasciano tracce che intaccano anche le strutture dei
nostri sistemi democratici. Questo fenomeno passa attraverso
l’uso della parola e la manipolazione dell’informazione. In
sostanza, il primo passo – o uno dei primi – consiste nel
controllare i mezzi di diffusione dell’informazione per poterla
manipolare.
Un bambino o una bambina che crescono in un ambiente in cui
non sono abituati ad allenare la mente risolvendo problemi
attraverso le storie, che ascoltano poche parole e pochi pensieri
strutturati, che non hanno familiarità con la carta e i libri e, quindi,
con l’immersione nella narrazione, svilupperanno un cervello
meno empatico. Una minore empatia significa una minore
capacità di connessione con gli altri, meno dialogo, meno ascolto
e una ridotta predisposizione a rivedere criticamente le proprie
posizioni.
Questo fenomeno è supportato da basi scientifiche molto solide.
Marianne Wolf, nel suo libro Lettore, vieni a casa, cita numerosi
studi che evidenziano una situazione preoccupante a livello
internazionale riguardo alla capacità dei giovani di esercitare la
lettura profonda e la pazienza cognitiva. Un altro studioso,
Federico Batini, riporta dati impressionanti raccolti negli ultimi
vent’anni su come il successo scolastico e professionale di una
persona sia sempre più legato all’accesso precoce a storie e libri
di qualità, a partire dalla primissima infanzia. I primi sei anni di vita
sono fondamentali, i primi dieci essenziali per lo sviluppo del
linguaggio, dell’ascolto e delle basi del pensiero critico. Se in
questi anni forniamo alle menti in crescita accesso concreto ai
libri, alla manualità, alla musica, al movimento e alle esperienze
tangibili, contribuiremo alla formazione di persone sane e
comunità solide. In Leggere. Una scienza sottovalutata. Tra teoria
e pratica, un altro studioso, Mark Seidenberg, analizza come
legge il cervello del bambino e valuta la salute del pensiero critico
e riflessivo negli USA.
Faccio questa premessa perché sono certo che in questa sala ci sia
sensibilità attorno a questi temi, discussi anche nel gruppo PLR, abituato al
dibattito pubblico e interno. (parte aggiunta dopo l’intervento)
Nel comune di Biasca, il Canton Ticino investirà 90 milioni di franchi in una
nuova scuola media: spazi di formazione e crescita. Il Comune, inoltre,
destinerà altri 70 milioni di franchi a una casa di riposo e a una scuola
elementare, cuore di un istituto comunale che ospiterà 600
complessivamente bambini. Non so in quale altro comune si stiano facendo
investimenti per quasi 200 milioni di franchi destinati a giovani, scuole, sport,
palestre e cultura. È un passaggio storico.
Di fronte a investimenti di questa portata, dobbiamo avere grande cura e
profondo rispetto per ciò che l’ente pubblico sta facendo, con un impatto che
durerà almeno cinquant’anni. Ecco il motivo per il quale il PLR ha preso
posizione critica nei confronti di una gestione della cultura non maturata,
nonostante le numerose sollecitazioni, in questi cinque anni (mozioni,
sollecitazioni informali, discussioni nelle commissioni).
Sono molto preoccupato perché un’istituzione fondamentale come
Bibliomedia rischia di non essere integrata nel progetto scolastico comunale.
Nella mozione inoltrata più di un anno fa si ipotizzava l’integrazione di
Bibliomedia in zona Quinta (cioè nel progetto scuola media). Le forze
politiche devono unirsi per trattenere questa istituzione nel nostro
territorio. Dobbiamo aver cura di ciò che è prezioso.
Detto questo, se la nuova scuola elementare, che costerà oltre 30 milioni di
franchi, dovesse prevedere solo 40 metri quadrati (o anche 80) per una
biblioteca, magari senza prevedere una gestione, ci troveremmo in una
situazione a mio avviso poco lungimirante, perché i libri e l’accesso alle storie
nutre il pensiero e il cervello empatico dell’infanzia, ma anche il pensiero
critico dei futuri cittadini. Lo dichiarano neuroscienziati e ricercatori quali
Batini, Wolf, e tanti altri, citati nella premessa.
Dobbiamo prevedere una scuola nella quale la dimensione della
riflessione e del libro sia prioritaria anche dal punto di vista
dell’organizzazione degli spazi.
Sono convinto che con i bambini si debba lavorare in dialogo anche per
aiutarli a comprendere strumenti moderni, come l’intelligenza artificiale. Ma è
proprio una mente allenata alla lettura profonda, alla lentezza del pensiero e
all’immersione nelle storie che saprà essere più agile, veloce e lucida nell’uso
delle nuove tecnologie.
Vi chiedo quindi di fare in modo che, all’interno del nuovo istituto scolastico
comunale, i libri non siano relegati a uno spazio di 40 metri quadrati. Sono
disponibile al dialogo in ogni forma, con spirito costruttivo.
Ci sarebbe molto altro da dire sulle urgenze socioeconomiche di questo
Comune, ma questo è un altro tema. Tuttavia, sviluppo economico e disagio
sociale sono connessi, e la povertà nell’accesso alla cultura è una questione
che non possiamo sottovalutare.
Forse, ad alcuni, le sorti di una biblioteca possono sembrare poca cosa. Ma
in un mondo in cui si corre agli armamenti – e dobbiamo farlo, per difendere
le democrazie e le libertà – credo che una corsa al libro sia una scelta di
civiltà. È una tensione etica verso l’educazione e la formazione culturale dei
più giovani. Non è una battaglia di una minoranza, ma per tutti: la democrazia
si fonda sulla parola. Anche attraverso articoli pubblicati sui giornali dei gruppi
politici, come accaduto quando i miei colleghi hanno voluto esprimersi sulla
gestione culturale.
Una nota, infine, per quanto riguarda la mostra dedicata alle opere di
Flavio Paolucci e sull’opera permanente che verrà posata all’esterno di
Casa Cavalier Pellanda, splendido investimento. È tutto ben sostenibile
anche perché la Fondazione Rossetti sostiene l’intera operazione
dell’opera posata in Casa Pellanda e sostiene anche il 50% della mostra
prevista nella nuova struttura che sarà inaugurata tra qualche
settimana. Questa iniziativa meravigliosa non è però da confondere con
una visione culturale che tenga conto dell’investimento (5 milioni circa)
con un piano finanziario solido e dei contenuti e delle strategie maturate
in collaborazione con associazioni e enti culturali attivi nel territorio.
Per questo motivo, nel 2019 (!) abbiamo inoltrato una mozione. Per
questo motivo da due anni chiediamo la convocazione della
commissione cultura.
Grazie per l’attenzione.