Il partito deve riempire i contenitori, non limitarsi a crearli

Intervista a Luigi Rossetti, presidente della sezione PLR di Biasca, autentica roccaforte liberale radicale, pronta ad ospitare il Congresso cantonale. «Presiedere un partito a livello locale è un ruolo di responsabilità, ma anche di metodo».

“Biasca è una roccaforte liberale radicale” afferma Luigi Rossetti, presidente della sezione dal 2016. Non lo confermano i soli numeri, ma anche, forse soprattutto, le emozioni. Un’atmosfera vibrante, che si manifesta con vivacità ogniqualvolta giunge il momento delle elezioni cantonali. Ben la percepiscono i candidati, i sostenitori, i semplici accompagnatori che ogni quattro anni qui accorrono per partecipare al tradizionale comizio, un appuntamento da non mancare. In questi giorni, per la precisione domenica 16 marzo, Biasca ospiterà il Congresso cantonale, tappa importante per il partito e anche per la città. Sarà proprio Rossetti, assieme al sindaco Loris Galbusera, a porgere il benvenuto alle delegate, ai delegati e a tutti i partecipanti al Congresso. “Come presidente che da anni fa politica, per me ospitare il Congresso è motivo di orgoglio e di soddisfazione, un riconoscimento al lavoro di tutti i liberali della sezione”. Questo è il suo sentimento. Nell’attesa di ascoltare il messaggio di benvenuto, abbiamo posto a Rossetti alcune domande sulla sezione e sulla città.

Signor Rossetti, in cosa consiste il lavoro del presidente di sezione?
«A Biasca, come in ogni Comune, presiedere la sezione costituisce un ruolo di responsabilità che va svolto con idealismo ma anche con metodo. Questo significa amalgamare un gruppo compatto, offrire ai giovani prospettive di crescita, predisporre un programma di legislatura vicino ai valori del partito e ai bisogni della popolazione, ma anche prepararsi al momento delle elezioni. Allo scadere dei quattro anni giunge l’ora della verità, analogamente a quanto succede nel mondo delle imprese con gli MBO dei dirigenti. Se il consenso cala, se perdi un municipale o un consigliere comunale, ecco che iniziano i problemi. Ma se il comitato è composto da persone di valore ed i programmi vengono realizzati con   rigore, tutto questo non succederà. Siamo convinti che le liste vadano preparate per tempo e che per riempirle sia necessario saper generare entusiasmo, coinvolgendo le reti personali, i patrizi, le associazioni: solo così si può produrre qualità e consolidarsi nel tempo. Penso di poter affermare che Biasca è una roccaforte liberale radicale. Nel 1952 abbiamo conquistato la maggioranza relativa e il sindacato. Da allora non abbiamo mai perso queste posizioni in quanto la sezione ha saputo esprimere sindaci di valore,   capaci di guidare con continuità un comune che rientra fra i dieci più popolosi del Cantone. E poi ci siamo saputi rinnovare, portando nuova energia nella sezione e nelle liste elettorali. Questo è solo l’inizio del lavoro, la complessità è mantenere i nuovi colleghi attivi nel tempo, oltre i successi e le delusioni che la politica immancabilmente offre. In questo senso, la campagna elettorale è un momento importante ma non un punto di arrivo. Sta a noi fare sì che chi non viene eletto non si arrenda, ma perseveri, impari e si ripresenti più forte alla prossima occasione. Con l’imminente abolizione della direttiva sezionale ci proponiamo di creare un forum delle idee destinato a dare spazio e a motivare tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori, non solo ad un gruppo ristretto come prima avveniva. Per mantenere costante il contatto con la base bisogna anche saper fare ricorso alla tecnologia. Da questo punto di vista, a Biasca c’è entusiasmo ma anche tanto lavoro da fare».

Biasca potrà raggiungere i propri obiettivi nell’attuale contesto di rigore finanziario?
«Dal mio punto di vista la risposta è sì e del resto lo scorso 24 febbraio il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il preventivo 2025. Vede, a noi liberali radicali piace coniugare l’economia con la socialità. Per rendere questo possibile è necessario attrarre imprese capaci di generare occupazione e ricchezza, offrire servizi di qualità alle famiglie e sostenere la cultura e lo sport. Occorre dunque investire, ma gli investimenti costano e, in una congiuntura non facile per i Comuni, vanno rapportati alla capacità finanziaria della città. La nostra sezione ritiene che, pur con un preventivo 2025 in passivo che determina un moltiplicatore comunale elevato, la situazione finanziaria di Biasca rimanga solida grazie al buon livello del capitale proprio. Dopo averne valutata la sostenibilità, intendiamo di conseguenza attuare gli importanti programmi di investimento che abbiamo approvato».

Luigi Rossetti, Biasca prevede importanti investimenti alle voci istruzione e cultura. Pensa che renderanno il Comune più attrattivo per le famiglie?
«È vero, ci proponiamo di investire risorse importanti nelle strutture scolastiche e nel supporto extrascolastico, in luoghi di aggregazione culturale e nella casa anziani. In questo senso stiamo predisponendo i “contenitori” della vita sociale ma il PLR, partito della responsabilità, non si può accontentare di contenitori, li vuole riempire di contenuti di pregio, a volte sollecitando con mozioni frizzanti un dicastero che non è nostro. Gli investimenti che ci attendono sono importanti, a cominciare dal nuovo centro scolastico nel comparto della Bosciorina che prevede   dell’arla realizzazione di nuove infrastrutture scolastiche e sociali in due fasi. La prima fase è già in cantiere, con la nuova sede delle scuole elementari e la palestra doppia che sarà inaugurata nel corso del 2026. Nel contempo il Cantone investe oltre 90 milioni nel comparto Quinta con la nuova scuola media, comprensiva di doppie palestre con possibilità di ampliamento futuro a triple e una piscina. Per terminare con il completamento del progetto Casa Cavalier Pellanda, edificio storico destinato alla promozione di attività culturali. Il tutto senza dimenticare, nel campo della socialità, la progettazione della nuova casa anziani. Come vede si tratta di realizzazioni volte a sostenere il benessere della popolazione e necessarie per attrarre nuove famiglie in un Comune capace di offrire servizi ben funzionanti. Non a caso i residenti stanno aumentando e l’attività edilizia per immobili ad uso abitativo è in crescita, sia per i nuovi arrivi sia per la tendenza della popolazione ad abbandonare gli stabili vecchi per trasferirsi in altri, più moderni. Anche i giovani spesso ritornano, dopo avere studiato a Zurigo o a Losanna, un buon auspicio per il futuro. Il nostro obiettivo è diventare un polo di servizio per la regione Tre Valli. Per far sì che ciò avvenga abbiamo bisogno di spazio e di idee. Lo spazio potrà derivare dalla riqualifica della zona industriale. Riguardo alle idee ritengo che il primo passo sia stato la menzionata erogaziotigianato ne di supporto extrascolastico prima dell’orario dell’asilo, sempre più necessario a favore del concetto moderno di famiglia. I passi successivi sono al momento oggetto di riflessione».

Quanto è vivace l’attività economica?
«Biasca sa offrire posti di lavoro, valorizzarli è nostro compito primario visto che lo sviluppo economico è di competenza di un dicastero a gestione liberale. Il contributo all’economia di aziende primarie quale HAS (Healthcare Advanced Synthesis), che dà lavoro a 220 persone ed offre opportunità di formazione ai nostri apprendisti, è solo la punta dell’iceberg di un sistema più esteso. Mi piace attirare l’attenzione del lettore sulle altre realtà di eccellenza che si sono insediate o si stanno insediando nel nostro Polo di Sviluppo Economico, area industriale urbanizzata di 134 mila metri quadri che offre infrastrutture all’avanguardia. Contiamo che la sua affiliazione alla Greater Zurich Area possa portare nuove opportunità. Inoltre, il polo tecnologico di Riviera potrebbe incontrare difficoltà nel trovare nuovi spazi, che qui invece abbiamo. Sarebbe una bella sinergia fra Comuni che un tempo addirittura studiavano l’aggregazione. Ma il nostro futuro non si ferma qui, la potenzialità di Biasca si estende anche ad altri comparti. Abbiamo l’ambizione di diventare un centro di servizio regionale e puntiamo sullo sviluppo dell’arla erogaziotigianato e dei commerci. Anche il turismo potrà giocare un ruolo, valorizzando la bellissima passeggiata verso la cascata di Santa Petronilla a partire dalla Chiesa di San Carlo, che sa attirare molti visitatori. Certo, a Biasca manca la capacità alberghiera, ma nelle giuste condizioni qui potranno intervenire i privati».

Due temi che mi incuriosiscono sono il Palaroller e la Bibliomedia, ci può aggiornare al riguardo?
«Biasca è una “top location” per chi ricerca le strutture sportive, tanto che ci definiamo “la piccola Tenero”. Società federale di ginnastica e tante altre società che utilizzano la palestra, la Pista di ghiaccio, il centro Padel ed ora anche il Palaroller, fresco dell’inaugurazione avvenuta lo scorso mese di novembre. Per la squadra e per i suoi tifosi si è aperta una nuova era, ma la struttura intende andare oltre, per essere spazio di aggregazione e per eventi. Un ulteriore passo, dopo lo Swiss Railpark dove ci ritroveremo il 16 marzo, per movimentare la vita, la cultura e, perché no, i commerci della città. Interessante anche il tema della Bibliomedia, una fondazione pubblica impegnata nella promozione della lettura e nel sostegno alle biblioteche su mandato della Confederazione. Vi invito a scorrere la lista delle manifestazioni, ne resterete affascinati! Da notare poi che Bibliomedia, oltre a Biasca, è attiva in altre due città: Losanna e Soletta. La sua presenza va difesa e valorizzata. Perché ciò avvenga contiamo sulla volontà del nostro comune e sul supporto del Consigliere nazionale Alex Farinelli, presidente di Bibliomedia Svizzera Italiana e membro del Consiglio di fondazione di Bibliomedia Svizzera».

Presidente Rossetti, come nasce la sua carriera politica?
«Di politica in casa mia si è sempre parlato, con un papà e una mamma liberali. Sotto le elezioni, poi, il dibattito si faceva vivo e l’interesse cresceva. È così che ho iniziato a frequentare i giovani liberali, prima a Biasca nella Aleardo Pini poi nelle Tre Valli fino al 1995, quando sono diventato presidente cantonale di GLR succedendo a Giovanni Merlini. Mi fa piacere ricordare che mi ero candidato assieme a Paolo Morel e Fabio Rezzonico, che mi sono stati vicini come vicepresidenti e che con piacere ora vedo impegnati con successo a Lugano. Insieme, abbiamo promosso dibattiti su temi sociali scottanti, quali ad esempio le droghe e le case di tolleranza, senza trascurarne altri più tradizionali come l’economia. Ho assunto la carica di presidente sezionale nel 2016, dopo ventiquattro anni in Consiglio comunale. Era ora di lasciare, cedendo spazio ad una nuova generazione che però mi sono impegnato ad aiutare accettando la presidenza della sezione che mi veniva offerta. Non ho altre ambizioni politiche, desidero unicamente fare bene il mio lavoro, dando il mio contributo al Comune e al partito e continuando a discutere di valori e di idee con i miei due figli, Gionata e Giuditta, di 20 e 17 anni. Al PLR cantonale raccomando di essere presenti nelle sezioni e di impegnarsi nel fornire alla base una comunicazione tempestiva su quanto avviene in Gran consiglio e alle Camere federali. Leggo con attenzione Libe attendo con interesse il “dialogo fra tecnologia e (geo)politica» che presenterà ai delegati in occasione del Congresso, offrendoci l’occasione di conoscere da vicino un “personaggio” come Bruno Giussani».